Dolore coitale femminile: quando fare l’amore causa dolore

Sentire dolore durante l’intimità è una condizione molto frequente, di cui però spesso si soffre in silenzio.
E’ importante capirne le cause per poter vivere una sessualità appagante e libera dal dolore.

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La sessualità riguarda da sempre un aspetto fondamentale nella vita di ogni persona, non solo per  la naturalezza e la funzione biologica che rappresenta, ma anche per tutti quegli aspetti legati alla cultura e all’educazione che ovviamente influenzano i costumi, i bisogni e molto spesso anche le esperienze sessuali delle persone. Inoltre è un campo umano ancora pregno di tabù e censure ed anche per questo, pieno di aspetti ancora sconosciuti. Se poi consideriamo che in Italia, nonostante da anni vi sia la proposta di legge per inserire l’educazione affettiva e sessuale nelle scuole, non siamo ancora arrivati ad una svolta definitiva rendendo questo aspetto educativo un onere dei genitori  che troppo spesso non hanno le conoscenze scientifiche e vivono l’inibizione e la vergogna di toccare certi aspetti con i propri figli, che solitamente si tende a percepire sempre più giovani e ingenui rispetto all’effettiva età anagrafica o maturità mentale, il risultato è una diffusa disinformazione. Inoltre a rendere ancora più  deficitaria la conoscenza della sessualità femminile e delle sue problematiche vi  sono la cultura cattolica e sociale che da sempre hanno relegato la donna ad una semplice funzione  procreativa, escludendo l’aspetto della salute e del piacere.  Fino agli anni ’80  si categorizzavano tutte le disfunzioni sessuali femminili sotto il termine “frigidità”, che in maniera confusa accorpava problematiche della fase orgasmica o di quella del desiderio. Oggi sappiamo innanzitutto che la risposta sessuale umana ha diverse fasi  distinte e separate (Masters e Johnson, 1966) e che ad ognuna di queste fasi può corrispondere un cattivo funzionamento di natura fisica o psicologica. Per utilità di trattamento si distinguono: disturbi del desiderio, dell’eccitazione, dell’orgasmo e dolore sessuale fino al vaginismo. Secondo i pionieri della sessualità Masters e Johnson, solo una piccola percentuale di disfunzioni sessuali femminili è provocata da uno stato morboso fisico, la maggior parte ha origine psicologica.

In caso di dolore durante il coito, la dispareunia o  disturbi della penetrazione e del dolore genito-pelvico (come da definizione del DSM V) affliggono una consistente percentuale di donne e sono motivo frequente di ricorso a sessuologi e ginecologi ed hanno quasi sempre una reale base organica, sulla quale si struttura una paura anticipatoria del dolore (Consolo, 2017). Secondo alcuni dati riportati dal Congresso Americano di Ostetrici e Ginecologi, 3 donne sessualmente attive su 4 hanno riportato fastidi di questo genere almeno una volta nella vita. Ovviamente l’aspetto doloroso può inficiare il desiderio sessuale o compromettere l’orgasmo, quindi spesso i sintomi possono essere confusi tra le varie condizioni cliniche. I sintomi caratteristici di questa condizione sono: marcato dolore vulvo-vaginale ossia il dolore che si manifesta in diversi punti della zona genito-pelvica;  conseguente paura o ansia per il dolore vulvo-vaginale prima, durante o come risultato della penetrazione vaginale che porta anche all’evitamento della sessualità; tensione o contrazione dei muscoli del pavimento pelvico durante il tentativo di penetrazione vaginale  ma anche sintomi che si manifestano fuori dal momento sessuale, come intolleranza alla frizione degli abiti, secchezza vaginale, bruciore, cistiti frequenti,  ecc… Vanno valutate l’intensità e la localizzazione del dolore per comprendere le cause e le possibili risoluzioni. Indispensabile è la collaborazione tra ginecologo e sessuologo. Spesso le donne con questa condizione clinica riportano una storia di infezione vaginale precedente all’insorgenza dei sintomi. Anche dopo che l’infezione è risolta e non ci sono evidenti segni fisici il dolore persiste. Altre cause possono essere ormonali, muscolari, vascolari o neurologiche. È utile per l’eziologia e il trattamento, in fase anamnestica raccogliere informazioni su fattori riguardanti il partner (problemi sessuali, stato di salute, ecc…), fattori relazionali (scarsa comunicazione, differenza di desiderio sessuale, ecc…), fattori di vulnerabilità individuale (bassa autostima , un abuso sessuale,…), fattori culturali o religiosi, malattie psichiatriche o altre condizioni mediche.

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fonte: lamenteèmeravigliosa

Le cause psicologiche sono solitamente individuate in uno stato ansioso che altera la lubrificazione e soprattutto provoca un’elevazione del tono muscolare vaginale. In questi casi sono indicate tecniche di rilassamento e di controllo muscolare (tipo gli esercizi di Kegel), di gestione dell’ansia e di sensibilizzazione o esposizione graduata (fra cui l’autodilatazione vaginale). Le cause relazionali potrebbero contribuire al peggioramento della dispareunia mediante meccanismi di mantenimento del sintomo e di innalzamento della percezione del dolore; i fattori psicosessuali e relazioni si traducono sempre in alterazioni emotive (bisogno/desiderio, collera/rabbia, ansia/paura) influenzando una o più fasi della risposta sessuale. Queste cause possono essere: mancanza di intimità emotiva, conflitti coniugali o lotte di potere, resistenza ad avere rapporti in contesti affettivi deludenti che portano inadeguata eccitazione alla donna, scarsa compatibilità anatomica generale ( da verificare con esame obiettivo medico).

Inoltre secondo la Kaplan le tecniche sessuali inadeguate sono terreno fertile per la compromissione del funzionamento sessuale femminile, soprattutto a causa di un’ignoranza in campo sessuale: spesso si ignora completamente l’anatomia genitale femminile, la donna non è in grado di richiedere una stimolazione più piacevole perché non sa come chiederla e non è consapevole delle proprie necessità. È importante che il clinico valuti l’adeguatezza degli stimoli sessuali nell’esperienza sessuale della donna poiché preliminari o eccitazione inadeguati possono portare difficoltà di penetrazione, dolore o evitamento

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fonte: alessandro centini

Anche se le donne solitamente si presentano all’attenzione clinica dopo l’inizio dell’attività sessuale vi sono precedenti segni clinici evidenti. Nei casi in cui è difficile stabilire se la sintomatologia è permanente o acquisita, è utile determinare la presenza di un periodo prolungato in cui il rapporto sessuale è svolto con successo, senza dolore , paura o tensione. Se l’esperienza di un tale periodo può essere stabilita allora il disturbo da dolore genito-pelvico è definito come acquisito. Se la sintomatologia è stabile da 6 mesi, risulta difficile l’ipotesi di una remissione spontanea dei sintomi. Negli ultimi decenni vi è sempre maggiore richiesta di intervento, per questo la terapia sessuale si è arricchita integrando diversi approcci psicologici, senza dimenticare la sinergia tra diverse figure professionali differenti per considerare contemporaneamente la dimensione biologica, psicologica e sociale nella genesi dei disturbi , ponendo così al centro la persona per la comprensione del suo disagio e la strutturazione del progetto terapeutico.

 

Dott.ssa Sara longari

 

 

Bibliografia:

 

Consolo I., Il piacere femminile. 2017 Giunti

Fenelli, Lorenzini, Clinica delle disfunzioni sessuali -1991 Carocci Faber

Kaplan H.S., Nuove terapie sessuali– 1976 Bompiani.

Masters W., Johnson V.- L’atto sessuale nell’uomo e nella donna;  Feltrinelli 1976.

Sitografia:

https://viverepiusani.it/cause-dolore-rapporto-sessuale/

 

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