Piccole donne crescono: sviluppo puberale e ciclo mestruale.

L’arrivo del menarca, pone le ragazze di fronte alla prova tangibile della crescita, non più bambine, ma future donne

 

Come-spiegare-primo-ciclo-mestruale

Nella vita di una donna il momento di sviluppo sessuale è una fase di passaggio carica di significati sociali e individuali, certamente non scevra da timori e dubbi, ma quasi sempre rappresenta un momento molto importante della crescita, non solo fisiologica, ma appunto psicologica e sociale: il riconoscimento proprio e altrui di avere un corpo con capacità procreativa. Vivere questa fase di crescita in maniera informata e consapevole, può aiutare le giovani ragazze ad affrontare un cambiamento corporeo e psicologico non indifferente, per questo è utile che vi sia un supporto della rete familiare che non alimenti tabù o credenze infondate, che non trasmetta il messaggio che il ciclo mestruale sia qualcosa di cui vergognarsi. Spesso molte ragazze hanno il loro primo approccio all’argomento “mestruazioni” proprio con il loro menarca, sono ancora pochi i genitori che preparano le figlie su questa tappa obbligata e le scuole, come sappiamo, non hanno programmi di educazione sessuale prima delle classi superiori, ossia quando quasi tutte le ragazze hanno avuto il menarca.

In questo articolo condividiamo alcune importanti informazioni essenziali sul funzionamento del ciclo mestruale e sui falsi miti che porta con sé.

La maturazione sessuale femminile si manifesta con il menarca (prima mestruazione) intorno ai 12-14 anni, ossia una perdita di sangue dalla cavità uterina  in seguito allo sfaldamento dello strato superficiale dell’endometrio, ovvero la  mucosa che ricopre la cavità interna dell’utero e che si rinnova ogni mese. Il ciclo mestruale si riferisce al tempo che intercorre tra il primo giorno di mestruazione e quella successiva, ha durata di 28 giorni circa, di cui quelli di sanguinamento durano 4-5.ciclo-mestruale-scarso-orig

Si divide in fasi caratterizzate da cambiamenti ormonali regolati dall’asse ipotalamo-ipofisi-ovaie. La fase follicolare è caratterizzata appunto dalla crescita del follicolo nelle ovaie che darà origine alla cellula uovo fecondabile. Durante la fase ovulatoria intorno al 14° giorno di ciclo, il follicolo scoppia rilasciando l’ovocita nelle tube, ed è lì che aspetterà di essere fecondato da uno spermatozoo. Nella fase luteale all’interno dell’utero si crea una sorta di “cuscinetto” deputato all’accoglienza dell’eventuale ovulo fecondato (l’endometrio si ingrossa in base alla combinazione di estrogeni e progesterone). Se la fecondazione non avviene, la mucosa dell’endometrio si sfalda e viene eliminata attraverso una piccola emorragia, la mestruazione appunto, che ha una durata come già detto di 4-5 giorni.

Questo evento naturale ciclico delle donne, non comporta alcuna particolare condizione di salute, i sintomi nei giorni di mestruazione possono variare da mal di testa e dolore addominale, fame intensa o sonnolenza e irritabilità, ma non c’è una regola precisa e i sintomi cambiano per ogni donna. Oltre che la parte strettamente pratica legata all’utilizzo degli assorbenti, all’igiene e ai sintomi, le ragazze che fanno questo passaggio hanno spesso molte curiosità e domande, che però trovano l’imbarazzo dei genitori o i tabù culturali.menarca-prima-mestruazione

Proviamo quindi a sfatare qualche mito:

Si può fare sport durante le mestruazioni?

Assolutamente sì, tranne in casi di malessere per sindrome mestruale, è possibile praticare qualsiasi tipo di attività fisica, evitando  d’estate le ore più calde della giornata (ma questa regola vale in generale per tutti).

Ci si può lavare? Ci si può fare il bagno al mare o in piscina?

Le credenze popolari secondo le quali durante i giorni di mestruazione non si possa toccare acqua perché le mestruazioni si “bloccano” (c’è chi non lava i capelli e non fa la doccia) sono oramai totalmente smentite, anche se ancora persiste qualche nostalgico/a di questa teoria nei piccoli paesi. Durante le mestruazioni il corpo femminile necessita ancora di più di cura ed igiene, proprio per l’utilizzo prolungato di assorbenti, oltre che per l’aumento ormonale che causa aumento di sudorazione, sebo e acne, quindi c’è ancora più bisogno di lavarsi! Per quanto riguarda la piscina o il mare,con l’utilizzo dei tamponi interni, non c’è nessuna controindicazione quando si hanno le mestruazioni: il famoso “blocco” del flusso può essere causato da una temperatura troppo fredda dell’acqua, che semplicemente restringe i vasi sanguigni facendo affluire meno sangue, ma dura il tempo di immersione e poi tutto torna come prima, discorso inverso per l’acqua troppo calda, ma comunque non è una regola fissa e soprattutto, non ha nessuna conseguenza sul ciclo!

Si possono usare gli assorbenti interni anche se si è vergini?

La risposta  è sì. L’inserimento di un tampone non equivale affatto alla penetrazione del pene che si ha con il rapporto sessuale. Il tampone infatti è esponenzialmente più piccolo del pene maschile: per questo l’uso degli assorbenti interni non fa perdere la verginità. Inoltre l’imene non è una membrana chiusa, ma presenta una piccola apertura tramite la quale transita anche il sangue mestruale. Proprio in corrispondenza di questa apertura si posiziona spontaneamente il tampone.

Si possono avere rapporti durante il ciclo mestruale?

Non c’è nessuna controindicazione medica, dipende da una questione puramente personale della coppia, poiché le perdite di sangue possono creare imbarazzo o fastidio.

Si può rimanere incinta se si hanno rapporti sessuali durante le mestruazioni?

Sì, anche se è statisticamente più difficile, non è impossibile, poiché gli spermatozoi possono vivere all’interno dell’utero anche 4-5 giorni, quindi in presenza di cicli irregolari, l’ovulazione potrebbe avvenire in anticipo dando la possibilità allo spermatozoo di fecondare l’ovulo. Perciò se si vuole scongiurare questa possibilità è sempre meglio utilizzare il preservativo. ciclo

Ancora oggi un evento così arcaico, naturale ed indispensabile alla prosecuzione della vita umana viene nascosto, se ne parla sottovoce, in televisione viene rappresentato con un improbabile colore azzurro e purtroppo tutto questo viene trasmesso di madre in figlia, creando una sorta di imbarazzo quando le bambine si trovano di fronte ad un passaggio che le identifica come donne biologicamente e psicologicamente.  L’arrivo del menarca, pone le ragazze di fronte alla prova tangibile della crescita, non più bambine, ma future donne. Questo però non significa che tutte reagiscano a questo evento nello stesso modo: crescere non è semplice, può essere difficile accettare di diventare donne quando si ha ancora voglia di giocare ed a 12-13 anni le ragazze sono ancora lontane dall’essere mature emotivamente e psicologicamente, per questo il supporto della famiglia e della scuola, nel rendere questo passaggio chiaro e senza preoccupazione o imbarazzo aiuta le ragazze a prendere coscienza del proprio corpo che cambia e si trasforma, senza bruciare le tappe della crescita ma arrivandoci gradualmente.

Dott.ssa Sara Longari

Bibliografia :

D. Dèttore, Psicologia e psicopatologia del comportamento sessuale. McGraw-Hill, 2001- Milano

M. Panzeri, Psicologia della sessualità. il Mulino, 2013 Bologna

A. Pellai e B. Calaba, Col cavolo la cicogna. Erickson. Trento 2009

Malattie sessualmente trasmissibili: come riconoscerle ed evitarle

e4i9x8l8s3y4p0x8t2r0j9v6k__03-malattie-sess-tras

 

“Sesso: boom di gonorrea, papilloma e altre malattie sessualmente trasmissibili.”

“Infezioni sessualmente trasmissibili: a Napoli aumentano a dismisura tra i giovanissimi.”

“Boom malattie legate a sesso, +400% casi di sifilide dal 2000.”

“Allarme malattie sessualmente trasmesse, dieci casi di Hiv al giorno.”

Questi sono solo alcuni dei dati allarmati riguardanti le Malattie Sessualmente Trasmissibili (MST) emersi sulle principali testate giornalistiche. Si utilizza anche il termine Infezioni Sessualmente Trasmissibili (ITS) in quanto non è la malattia ad essere  trasmessa ma l’infezione che può causarla. Secondo il Ministero della salute “le infezioni sessualmente trasmesse (IST) costituiscono un gruppo di malattie infettive molto diffuse che interessano, a livello globale, milioni di individui ogni anno e la loro prevenzione rappresenta oggi uno degli obiettivi di sanità pubblica ad alta priorità. I giovani tra 15 e i 24 anni rappresentano la fascia di età molto più esposta allo sviluppo di queste patologie.” Tale dato viene confermato da più ricerche. Da una ricerca promossa da Skuola.net in collaborazione con la SIC (Società Italiana di Contraccezione) alla quale hanno partecipato settemila studenti tra gli 11 e i 25 anni è emerso che “un giovane su tre si dichiara sessualmente attivo, eppure inconsapevole delle misure di ‘sicurezza’ da adottare per la prevenzione di malattie sessualmente trasmissibili o di gravidanze indesiderate. Non si farebbe, infatti, uso di preservativo o di altri metodi contraccettivi in un caso su 10 (11%) con percentuali che balzano fino al 42% fra i minori di 14 anni.” (link) 

Il rischio di contagio riguarda tutti coloro i quali hanno rapporti sessuali senza preservativo, quindi non protetti, anche con un solo rapporto consumato con portatori della malattia/infezione. Il rischio ovviamente aumenta nelle persone che hanno rapporti sessuali con più partner o rapporti occasionali: spesso il/la portatore/portatrice è del tutto ignaro/a di avere la malattia e trasmetterla senza volerlo.

Dunque, come prevenirne la diffusione? E’ possibile cautelarsi? Approfondiamo insieme l’argomento.

Malattie sessualmente trasmissibili (MST): cosa sono?

Sono malattie trasmesse da una persona all’altra principalmente per contatto sessuale vaginale, anale e orale colpendo organi genitali, vie urinarie, bocca e gola. Il contagio può avvenire anche attraverso oggetti usati durante il rapporto. Sono causate principalmente da germi, batteri, virus, piccoli parassiti o funghi che possono trovarsi nello sperma, nelle secrezioni vaginali e uretrali, nel sangue e sulla pelle. Alcune, inoltre, possono anche essere trasmette al feto durante la gravidanza o al neonato mediante l’allattamento.

Quali sono le principali MST?

In passato si parlava di malattie veneree, nome derivante da Venere, la dea dell’amore, e le più comuni erano la Sifilide e la Gonorrea. Più di trenta batteri e virus possono causare le MTS ma attualmente le più note e conclamate sono circa venti.

Le principali:

Candida: causata da funghi (genere Candida). Tra i fattori favorevoli la sua insorgenza troviamo la gravidanza, lo stress, consumo di molti zuccheri o molti alcolici, frequenti lavande vaginali, uso di antibiotici o cortisonici, diabete. Sintomi: nell’uomo si manifesta con arrossamento del pene, prurito, bruciore, patina biancastra sul glande (balanopostite); nella donna, invece, perdite biancastre non maleodoranti, bruciore nella minzione, prurito nell’area genitale (vulvovaginite).

Clamidia: causata dal batterio Chlamydia trachomatis. Nella fase iniziale la malattia è asintomatica. Colpisce prevalentemente le donne e se non trattata può causare una infiammazione pelvica con conseguente sterilità. Durante il parto, una donna infetta, può contagiare il neonato che può manifestare congiuntivite e polmonite. Sintomi: nelle donne si manifesta con perdite vaginali (leucorrea) o irritazione; negli uomini, invece, l’infezione può interessare l’epididimo (dotto collegato al testicolo), causando dolore, febbre, secrezioni, irritazione e prurito.

Condiloma: chiamata anche verruca genitale, associate ai tipi di virus dell’HPV (Papillomavirus). Si tratta di verruche, escrescenze della pelle o delle mucose, che colpiscono la zona genitale e l’ano e sono causate da microlesioni della cute o delle mucose. Sintomi: generalmente lievi, prurito o dolore, in base alla localizzazione e alla dimensione .

Epatite A, B, C:  infezioni del fegato causate dai virus:

  • Hav: Causato da alimenti e bevande contaminate. Può essere asintomatico o manifestare malessere, disturbi gastrointestinali, ittero, urine scure.
  • Hbv: Trasmesso attraverso il sangue (trasfusioni, contagio anche con oggetti di igiene personale). In genere è asintomatico o manifestare di sintomi delle Epatite A. Cronicizzandosi può causare cirrosi epatica e tumore al fegato.
  • Hcv: come per l’Hbv, si trasmette attraverso il sangue. È generalmente asintomatico. Nei casi di malattia conclamata si manifestano inappetenza, nausea, vomito, febbre, dolori addominali e ittero. Cronicizzandosi può portare a cirrosi epatica ed epatocarcinoma.

Gonorrea: causata dal batterio Neisseria gonorrhoeae. Sintomi: può colpire la cavità orale e la faringe con dolore alla gola e tonsille ingrossate. Nell’uomo può manifestarsi con prurito e dolore durante la minzione, arrossamento del meato uretrale e pus dal pene; nella donna, invece, può essere inizialmente asintomatica oppure manifestare dolore durante la minzione o perdita di secrezioni bianco-verdastre a livello genitale. Se non trattata subito può causare  la malattia infiammatoria pelvica con conseguente infertilità.

Herpes genitale: causata dal virus Hsv-2 e, raramente, dal virus che provoca l’infezione delle labbra (Hsv-1). Colpisce maggiormente le donne con il rischio di trasmettere l’infezione al neonato. Sintomi:  a volte asintomatica. Si manifesta con prurito e bruciore, vescicole che rompendosi si trasformano in ulcere che provocano dolore. Sono localizzate sul prepuzio o sulla vulva e vagina, ma possono anche interessare la zona  perineale, glutei e cosce.

Vaginosi batterica: infezione alla vagina causata da batteri, colpisce molte donne in età fertile. Si manifesta principalmente in periodi di particolare stress o quando si fa uso di antibiotici alterando la flora vaginale. Sintomi: può essere asintomatica o manifestarsi con perdite vaginali grigio-verdastre, fluide e a volte schiumose e maleodoranti.

Hiv-Aids: L’HIV è il virus che può portare all’ AIDS (sindrome da immunodeficienza acquisita). Attaccando le cellule del sistema immunitario, nel tempo, azzera le capacità di quest’ultimo di difendersi contro le infezioni. Si trasmette dalla persona infetta a quella sana con il rischio anche in gravidanza, parto e allattamento. Sintomi: febbre, malessere, dermatite, ingrandimento dei linfonodi, diarrea e dimagrimento. Successivamente i sieropositivi, seppur in maniera asintomatica, hanno il virus e possono trasmetterlo.  

Papilloma virus: Causato da Hpv (Human papilloma virus). Trasmesso per via sessuale ma anche da microlesioni presenti su cute e mucose. Sintomi: generalmente è una infezione passeggera e asintomatica.  Però può anche persistere negli anni riattivandosi a fasi alterne.

Pediculosi del pube: infestazione causata dal parassita Phthirus pubis che si annida tra i peli pubici, del petto e sotto le ascelle. Viene trasmessa mediante il rapporto sessuale, il contatto con lenzuola, asciugamani o abiti usati da una persona contagiata dai parassiti. Sintomi: animaletti simili ai pidocchi che causano prurito.

Scabbia: infestazione  causata dal parassita Sarcoptes scabiei. Sintomi: intenso prurito. La scarsa igiene e la vita comunitaria sono i principali fattori di rischio.

Sifilide: infezione trasmessa dal batterio Treponema pallidum. E’ trasmessa anche da madre a feto, trasfusioni e trapianti. Sintomi: Può essere asintomatica. Quando manifesta sintomi, nella prima fase presenta ulcera venerea indolore a livello genitale. Se non curata si passa al secondo stadio caratterizzato da eruzione cutanea, febbre, dolori ossei, diarrea, problemi al fegato, reni e sistema nervoso centrale. Dopo la guarigione, a distanza di anni, possono manifestarsi problemi al cuore, ossa, muscoli e sistema nervoso centrale con paralisi progressiva tipici del terzo stadio della sifilide.

Tricomoniasi: infezione causata dal protozoo trichomonas vaginalis . Sintomi: nell’uomo è generalmente asintomatica; nella donna, invece, può presentare perdite vaginali giallo-verdastre e maleodoranti, prurito, dolore vaginale e bruciore durante la minzione.  

Le MST, anche se spesso asintomatiche nella fase iniziale di contagio, se riconosciute e curate in tempo possono evitare al soggetto particolari stress all’organismo evitando, al contempo, la sofferenza psicologica che comportano. Generalmente vengono curate con creme, antibiotici e prodotti locali. Per questo, è importante rivolgersi al medico se si ha il sentore di aver contratto una MST. Queste, se non trattate, possono avere gravi conseguenze nel tempo e portare alla sterilità o comparsa di tumori.                                      E’ bene ricordare che nel caso di HIV, il virus che provoca l’AIDS (malattia), non esistono vaccini o cure particolari per guarire, si rimane a vita sieropositivi, ma ci sono farmaci in grado di bloccare il virus nella replicazione tanto da evitare il passaggio dal virus alla malattia.                                                                                                                                                 Inoltre, per tutte le MST, una volta contratta la malattia non si è immuni dal poterla contrarre di nuovo quindi è importante adottare sempre misure preventive.

UnitiNellaPrevenzioneDelleMST_003

Dunque, come prevenire il rischio di contrarre una MST?

E’ fondamentale utilizzare il preservativo durante i rapporti sessuali: è l’unico mezzo in grado di evitare il contagio della maggior parte delle MST. Erroneamente si sottovaluta la sua azione protettiva non solo da gravidanze indesiderate. Deve essere indossato prima di entrare in contatto con gli organi genitali. In merito a ciò, da diversi anni, è in uso il preservativo femminile. L‘attenzione è anche rivolta alla prevenzione mediante vaccinazioni alla quale viene data importanza già nella preadolescenza.

malattie-sessualmente-trasmissibili-elenco

Infine, non deve essere sottovalutata la corretta alimentazione, evitando l’assunzione eccessiva di zuccheri e alcol, e l’abbigliamento comodo.E’ importante la pulizia e il rispetto delle norme igieniche, evitando l’utilizzo di asciugamani e biancheria intima in comune.

L’ allerta deve essere alta per tutti, soprattutto nella popolazione più giovane dove la percezione del rischio è ridotta al minimo a causa di scarsa informazione, poca sensibilizzazione e incoscienza mista a senso di onnipotenza che spesso pervade gli adolescenti e i giovani adulti. L’allarme aumenta a ridosso delle vacanze estive . Il Dottor Massimo Andreoni, ordinario di malattie infettive all’Università di Roma Tor Vergata ed ex presidente della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit) dichiara che «normalmente, durante i viaggi e le vacanze, la possibilità di avere degli incontri sessuali occasionali aumenta. Non è un caso che, nel periodo successivo a quello estivo, si registri il picco assoluto annuale di pazienti in fatto di infezioni e malattie sessualmente trasmissibili». (link)

SIATE RESPONSABILI E PROTEGGETEVI… NON SOLO DAI RAGGI SOLARI!

TIRESIA VI AUGURA BUONE VACANZE!!!

 

Dott.ssa Teresa Marrone

 

NB: Immagini prese dal web

Link utili:

http://www.salute.gov.it/portale/salute/p1_4.jsp?area=Malattie_sessualmente_trasmissibili

http://www.sicontraccezione.it/

 

Ti è piaciuto questo articolo? CONDIVIDILO!

Facci sapere cosa ne pensi lasciandoci un commento, il tuo contributo arricchisce i contenuti, grazie!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le implicazioni del cancro nella sessualità femminile.

contrpoilca

Il mio lavoro di psico-oncologo inizia nel 2015, dopo la Laurea e un Master di secondo livello, presso il reparto di Oncologia Medica & Breast Unit dell’Ospedale “Antonio Perrino” di Brindisi. La scelta è stata dettata da un interesse per la disciplina e per una sempre maggiore richiesta di attenzione per le salute psicologica dei pazienti affetti da patologia neoplastica. Durante questi anni ho avuto la fortuna di partecipare a numerosi studi grazie al costate impegno e attenzione del Dott. Prof. Saverio Cinieri, Primario del reparto in questione. Ultimamente, le contingenze e le recenti ricerche, hanno reso necessario approfondire le tematiche inerenti alla sessualità e cancro. Il punto di partenza è stato lo studio condotto da un team di ricerca dell’Università dell’Iowa. Il trial in questione, pubblicato poi con un articolo dal titolo «In salute e in malattia. La patologia fisica come fattore di rischio di divorzio nell’arco della vita» (Karraker & Latham, 2015), ha riportato dati secondo cui, quando una moglie si ammala, il rischio di divorzio aumenta del 6% rispetto a quello delle coppie in cui la sposa è in salute. Secondo un’indagine della Fondazione Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica) ben un quarto delle donne che hanno avuto un tumore al seno si è poi separata dal partner il quale spesso non è stato in grado di far fronte ad un evento così traumatico. Ma qual è la situazione nel territorio pugliese? È diversa o è la medesima riportata dai ricercatori americani? Per dare risposta a queste domande si è reso necessario, presso l’U.O.C. di Oncologia Medica di Brindisi, l’attivazione di uno studio volto ad indagare le alterazioni sessuali, nonché di coppia, delle pazienti affette da carcinoma mammario.

A seguito di una diagnosi di cancro la paziente vive una grande crisi esistenziale che mette in discussione non solo la sua identità, i suoi valori e la sua progettualità ma anche la sua immagine corporea a causa delle trasformazioni fisiche determinate dai trattamenti chirurgici e farmacologici che possono portare all’insorgenza di problemi nel suo funzionamento sessuale. Le problematiche sessuali correlate al cancro e ai trattamenti solo di recente hanno ricevuto un’attenzione adeguata in oncologia. Ciò per varie ragioni. La sessualità rappresenta per certi versi un «lusso» e certamente l’ultima delle priorità nella mente dei medici e dei ricercatori. Il timore di essere intrusivi rispetto ad un’area cosi intima e la sfiducia verso possibili strategie di intervento, rappresentano ulteriori limiti che impediscono o rendono difficile un’accurata valutazione della sessualità dei pazienti.

La problematica dell’impatto sull’immagine corporea e quella riguardante la sfera sessuale sono argomenti difficilmente trattati nei colloqui con la paziente perché, soprattutto per quanto riguarda il secondo punto, manca l’apertura su ciò che spesso è considerato un tabù culturale, mentre rappresenta un valore personale e relazionale imprescindibile anche in un momento di forte difficoltà per i pazienti.

image2Di fatto, la letteratura fino ad oggi disponibile sull’argomento ha chiaramente dimostrato come direttamente o indirettamente il cancro ed il trattamento ad esso connesso, possono influenzare desiderio, piacere e funzione sessuale in un’ampia percentuale di pazienti (Andersen & Andersen, 1989). L’obiettivo di questo articolo è di affrontare le tematiche inerenti alla sessualità femminile e al cancro dando uno spazio, seppur limitato, a quello che può essere fatto dalla persona malata, dal partner e dagli operatori sanitari per consentire alla paziente di affrontare in modo più adeguato i problemi sessuali durante i trattamenti oncologici.

La diagnosi di tumore può avere un forte impatto sul livello di interesse sessuale e sulla capacità di trarre soddisfazione dalla sua espressione. Ciò è particolarmente evidente nelle fasi immediatamente successive ai trattamenti, infatti le rimozioni chirurgiche o la radioterapia su parti del corpo che sono direttamente coinvolte nel funzionamento sessuale, potrebbero far sentire la paziente meno desiderabile sessualmente dal proprio partner mentre le conseguenze della chemioterapia potrebbero causare un cambiamento nell’immagine corporea o dello stato ormonale con conseguente peggioramento di alcuni aspetti del funzionamento sessuale, compromissione della relazione di coppia e della qualità della vita. Non di rado, infatti, assistiamo a dei cambiamenti nella relazione di coppia che viene percepita dalla persona malata come inadeguata ed insoddisfacente. È importante sottolineare, tuttavia, che il desiderio sessuale risente dell’importanza che la coppia attribuiva alla sessualità prima della malattia, alla qualità della relazione tra i partner nonché all’intesa sessuale tra gli stessi.

Come già accennato, molti trattamenti per la cura per il cancro possono alterare il funzionamento sessuale. Ad esempio, la mutilazione del seno dopo un intervento chirurgico per il tumore della mammella determina in molte donne la percezione di non essere più sessualmente attraenti. Questo può causare difficoltà nell’eccitamento e nel raggiungimento dell’orgasmo. Rilevante, inoltre, è la menopausa precoce che può essere causata da alcuni trattamenti oncologici (menopausa farmacologica) o chirurgici (menopausa chirurgica). Le conseguenze di questa condizione sono gli stessi della menopausa naturale (sudorazione, vampate di calore, insonnia o ipersonnia, irritabilità, sbalzi di umore, diminuzione della libido, faticabilità e secchezza vaginale) ma insorgono più rapidamente e spesso sono percepiti e riferiti dalle pazienti come più fastidiosi, di più lunga durata e difficili da accettare.

La maggior parte dei pazienti sente di voler riprendere la propria attività sessuale dopo la diagnosi e i trattamenti, ma come fare?

Il primo elemento alla base di una buona ripresa dell’attività sessuale consiste nell’essere adeguatamente informati sia prima di iniziare i trattamenti che dopo il loro completamento. Un confronto chiaro con il proprio medico può rendere l’insorgenza dei problemi sessualità-correlati meno angoscianti garantendone una sana condivisione. Compito del medico è richiedere il supporto di uno psicologo esperto che possa sostenere la paziente ed il relativo partner con interventi mirati che hanno, come fine, quello di incoraggiare la coppia nel riprendere l’attività sessuale affrontandone dubbi e paure. Importante, inoltre, è eventualmente indirizzare la paziente ai vari specialisti come il sessuologo in caso di grosse difficoltà nella sfera sessuale o il ginecologo nei casi in cui vi sia persistenza di dolore alla penetrazione e secchezza vaginale.

In sintesi, quali sono i consigli che possiamo dare alle nostre pazienti?

  • Richiedere al proprio medico informazioni sugli effetti delle terapie e dei trattamenti sulla sessualità discutendo sulla loro gestione ed eventuale soluzione;
  • Discutere con il personale sanitario preposto, le paure relative alla possibilità di avere un’attività sessuale con il proprio partner durante e dopo i trattamenti;
  • Parlare più apertamente con il proprio partner degli aspetti connessi alla sessualità e alle proprie difficoltà e sperimentare nuovi comportamenti e sensazioni assumendo un ruolo attivo nella relazione di coppia;
  • Riprendere gradualmente i rapporti sessuali rispettando i tempi e i desideri di ciascuno;
  • Prolungare i preliminari e/o potenziare l’eccitamento attraverso l’uso di sussidi sessuali come vibratori;
  • Condividere le fantasie erotiche con il partner.

In caso di scarsa lubrificazione e/o dolore nella penetrazione non esiste una soluzione valida universalmente ma potrebbe essere efficace:

  • Usare maggiormente la fantasia per accrescere l’eccitamento e la lubrificazione;
  • Usare, solo dopo specifica prescrizione medica, lubrificanti vaginali;
  • Praticare il sesso con maggiore frequenza sia in coppia che attraverso l’autoerotismo .

image1Va infine ricordato che l’esperienza di un trattamento chemioterapico è un viaggio lungo e pieno di insidie da affrontare e fra queste l’alterazione della propria sessualità è una delle più insidiose. Tramite una corretta e completa comunicazione, l’insegnamento di strategie di self care e un costante supporto tecnico ed emozionale, si può tuttavia aiutare il paziente a superare questo momento difficile e potenzialmente devastante. Il primo passo per una migliore gestione del problema e per fare cadere alcune barriere culturali che impediscono di parlare spontaneamente della sessualità, sarebbe quello di interrogarsi sulle personali propensioni ed atteggiamenti verso la sessualità attraverso dei percorsi di formazione specifici rivolti al personale medico ed infermieristico (Katz, 2005). La necessità di una valutazione di tali aspetti risulta fondamentale anche per prevenire che i disturbi della sessualità si associno ad altri disturbi emozionali, in particolare ai disturbi d’ansia e/o depressivi con uno scadimento delle condizioni psicologiche delle pazienti.

Dott. Dario Loparco

 

Bibliografia

Andersen, B. L., Anderson, B., De Prosse, C. (1989), Controlled prospective longitudinal study of women whit cancer: I, sexual functioning outcomes, « Journal of Consulting and Clinical Psychology », 57(6): 683-91, doi: 10.1037/0022-006X.57.6.692

Karraker, A., & Latham, K. (2015), In sickness and in health? Physical illness as a risk factor for marital dissolution in later life, « Journal of Health and Social Behavior», 56(3): 420-35, doi:1177/0022146515596354

Katz, A. (2005), The sound of silence: sexuality information for cancer patients, «Journal of Clinical Oncology», 23(1): 238-41, doi: 10.1200/JCO.2005.05.101