Dal climaterio alla terza età: “Come mantenere in forma la funzione sessuale e l’intesa di coppia?”

 

Il climaterio rappresenta una fase della vita che interessa entrambi i sessi nella fascia d’età compresa tra i 45 e i 55 anni, specificamente precede l’arrivo della menopausa per le donne e dell’andropausa per gli uomini. In questo periodo entrambi i sessi sperimentano e percepiscono una serie di cambiamenti sia di tipo fisiologico ed ormonale (ridotta produzione di estrogeni e progressiva involuzione dell’apparato uro – genitale) sia di tipo psicosessuologico (perdita di autostima personale e sessuale, associata ad una diminuzione della libido rispetto alle precedenti fasi della vita).

Quali sono i principali sintomi che la sindrome climaterica comporta?

images (2)Dal punto di vista femminile, a livello clinico i sintomi maggiormente lamentati dalle donne sono riconducibili a:

  • Vampate di calore o caldane: si riconoscono per una sudorazione diffusa, improvvisa, che può verificarsi anche nelle ore notturne, durante il sonno; spesso accompagnate anche da ansia e palpitazioni;
  • Flusso mestruale ballerino: in questa fase il ciclo è ancora presente, ma non più regolare come prima perché tende a verificarsi a cicli ravvicinati (anche ogni 2 settimane circa) oppure allungandosi ogni 6-8 settimane;
  • Aumento di peso: può verificarsi un accumulo di tessuto adiposo soprattutto nella zona addominale, pur non avendo modificato lo stile di vita e l’alimentazione;
  • Stanchezza e umore variabile: si può avvertire un senso di stanchezza che subentra durante la giornata, con un calo di energie a disposizione che può incidere sull’umore e sull’irritabilità.
  • Secchezza vaginale: è un effetto del calo ormonale che si accompagna ad una diminuzione della libido e del desiderio sessuale;
  • Cistiti, vaginiti, prurito vulvo – vaginale, incontinenza, aumento della frequenza della minzione, dispareunia.

Ulteriormente, a questa sintomatologia fisica si affiancano una serie di disagi psicologici, come: umore instabile; nervosismo; irritabilità; affaticamento; ansia; demotivazione; depressione; perdita di autostima; scarsa capacità di concentrazione e disturbi della memoria; diminuzione del desiderio sessuale.

sintomi-e-conseguenze-dellandropausaDal punto di vista maschile, si manifestano cambiamenti significativi sia a livello corporeo sia a livello psicosessuologico:

  • perdita di capelli;
  • aumento del grasso nell’addome;
  • riduzione del volume e della consistenza dei testicoli;
  • perdita di elasticità dei tessuti del pene;
  • aumento di volume della prostata (la ghiandola che produce il liquido lubrificante e seminale);
  • minore densità dei peli nella zona genitale;
  • deficit dell’erezione (maggiore lentezza, necessità di stimoli diretti);
  • calo del desiderio sessuale;
  • cali di umore.

A livello clinico, la richiesta che viene maggiormente avanzata dai pazienti che si trovano a dover fronteggiare questi cambiamenti psicofisici dovuti all’avanzare dell’età, riguarda un aspetto molto delicato: “Come mantenere in forma la funzione sessuale e l’intesa di coppia?”

Consolo (2016) riporta che “La sessualità continua a rappresentare una modalità di linguaggio e comunicazione anche oltre l’età convenzionalmente stabilita dalla società, e mantiene quel valore simbolico di linguaggio non verbale della sfera affettiva”.

I fattori che determinano una diminuzione o una sospensione dell’attività sessuale possono essere importanti meccanismi psicologici, come il senso di colpa e di vergogna per avere ancora queste pulsioni e, forse ancora di più, il pregiudizio radicato che gli anziani siano incapaci di vita sessuale. Se col passare degli anni la spinta biologica si va affievolendo, permane o si rafforza, per contro, il bisogno di relazione, affetto, tenerezza, riconoscimento e rassicurazione che trova nel contatto fisico con l’altro, specie se accompagnato da condivisione intima di pensieri, sentimenti, emozioni, una modalità di soddisfazione insostituibile.

coppia-menopausa-CRYDXC-696x392Toccare ed essere toccati, con passione, sensibilità, amore, tenerezza, è uno dei modi più efficaci per sentirsi bene e anche per allontanare lo spettro della depressione. La sessualità esprime da sempre una condizione di benessere, ed è un fattore di integrazione e di arricchimento della salute psicofisica.

Quali sono i predittori di una buona sessualità nella terza età?

  • Avere avuto una vita sessuale attiva e soddisfacente da giovani.
  • Essere stato felice ed aver goduto del contatto fisico durante le fasi precedenti della vita.
  • Il modo in cui si accettano e si vivono i cambiamenti dettati dall’invecchiamento sia nel corpo, sia nelle abitudini di vita che nella coppia.
  • La presenza di un partner disponibile affettivamente e sessualmente.
  • Un buono stato di salute.
  • Non aver abusato di alcol, droghe e farmaci.
  • Risorse logistiche ed economiche sufficienti.
  • L’assenza di pregiudizi negativi sulla sessualità della terza età, nel contesto sociale di appartenenza.

La terza età per una coppia è sempre più spesso la riscoperta di una nuova vita sessuale per diversi motivi:

  1. Si può vivere il sesso in maniera più serena, più libera. Abbandonati i metodi contraccettivi ci si può concedere al sesso in modo incosciente, senza doversi preoccupare delle conseguenze.
  2. Il tempo ritrovato, quello da dedicare a se stessi perché non ci sono più impegni di lavoro, né figli a cui pensare.
  3. Si può tornare a fare l’amore ovunque proprio perché si torna ad essere padroni di tutti gli spazi della casa.
  4. Si tratta di un periodo della vita che può essere contraddistinto dal lutto o dalla separazione dal partner. Un nuovo compagno/a può riaccendere la passione, anche perché è possibile che l’uomo o la donna in questione abbia avuto rapporti sessuali solo con il proprio ex.

Varie ricerche hanno dimostrato che in realtà la menopausa non determina necessariamente un grosso cambiamento di vita, soprattutto nel caso in cui la donna ha una struttura di personalità forte, con una buona autostima ed una buona percezione corporea.

Tra il climaterio e la menopausa, quali sono i cambiamenti che si verificano nelle diverse fasi del ciclo di risposta sessuale?

Per quanto riguarda la fase del desiderio: la forza e la frequenza del desiderio sessuale si riducono con gli anni. Secondo Schiavi (1999) il testosterone biodisponibile è correlato ad un declino della libido. Nella fase di eccitamento: la progressiva atrofia della mucosa vulvovaginale comporta la diminuzione della elasticità vaginale e la lubrificazione si manifesta in ritardo. In questa situazione necessariamente deve corrispondere una penetrazione delicata perché altrimenti può causare dolori o irritazioni vulvo-vaginali con conseguente stato di irrigidimento difensivo e di probabile frustrazione per l’incapacità sessuale. Nella fase di plateau: si ha una riduzione del sollevamento dell’utero, i genitali esterni perdono sensibilità e il clitoride riduce la propria dimensione, restando comunque un recettore di stimoli. Nella fase orgasmica: c’è una diminuzione nella frequenza delle contrazioni ritmiche uterine, le quali in casi di malattie concomitanti, pregressi interventi chirurgici o per ragioni di natura psicosomatica, possono manifestarsi con dolore. Nella fase di risoluzione: si verifica una veloce decongestione e il periodo di refrattarietà è diverso da quello maschile, cioè vi è la possibilità di una nuova eccitazione e un numero non definito di orgasmi, anche se la possibilità si riduce con l’età.

Dal punto di vista maschile, quali sono i cambiamenti che si verificano nelle diverse fasi del ciclo di risposta sessuale tra il climaterio e l’andropausa?

Per quanto riguarda la fase dell’eccitazione: l’uomo impiega più tempo a raggiungere un’erezione adeguata alla penetrazione. Il pene ha meno vigore e reagisce meno agli stimoli visivi diventando più sensibile a quelli tattili. L’emissione del liquido pre-eiaculatorio delle ghiandole di Cowper è scarso o del tutto assente. Nella fase dell’orgasmo: quest’ultimo viene raggiunto in un periodo di tempo più breve e la sensazione di inevitabilità eiaculatoria può anche mancare (in questo caso ci potrebbe essere un problema di produzione di testosterone). L’eiaculazione si manifesta con un minor numero di contrazioni e un ridotto volume di liquido seminale. In sostanza è meno energica ma ciò non modifica l’intensità della sensazione. Inoltre in presenza di problemi prostatici è possibile che al piacere si sostituisca dolore e che quindi si sviluppi una resistenza al rapporto stesso. Infine, nella fase di risoluzione: l’uomo perde l’erezione con estrema rapidità e il periodo refrattario si allunga, il quale può arrivare anche a 24 ore.

Rapporti-sessuali-e-menopausa-le-10-verita3Concludendo, numerose letture scientifiche riportano che “Terza età” non vuol dire appendere il fascino e la cura di sé al chiodo per dedicarsi a tutte quelle attività considerate “da pensionati”. Al contrario avere più tempo libero è sinonimo di nuove opportunità, si considera che in età matura si vive una seconda primavera sensoriale, e anche se si hanno meno rapporti sessuali completi, è decisamente più alto il grado di soddisfazione, in genere diminuisce il numero delle penetrazioni ma aumentano le coccole “sfiziose”: dalle carezze reciproche dei genitali fino alla masturbazione, pertanto si può dire che la vita sessuale nell’anziano é oggi indice di benessere, aiuta a superare quello status di malessere legato agli anni che passano e favorisce il miglioramento dell’umore e della qualità di vita.

Dott.ssa Consiglia – Liliana Zagaria

 

Bibliografia:

Consolo I. (2016) “Slides corso biennale in psicosessuologia – Modulo: “Sessualità nel ciclo di vita”

Sitografia:

http://www.sessuologiaclinicaroma.it

http://www.alessandragraziottin.it

http://www.intrage.it

http://www.psiche.org

http://www.paginemediche.it

http://www.anzianievita.it

http://www.blog.salugea.com

 

 

 

Educazione affettiva e sessuale a scuola: perché l’Italia ne ha urgente bisogno?

 

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Come già anticipato in questo articolo su adolescenti , sessualità e internet, la vasta portata di un collegamento alla rete permette di acquisire un numero illimitato di informazioni, anche e soprattutto sulla sfera sessuale. Gli adolescenti di oggi, secondo la letteratura clinica, si improvvisano nell’attività sessuale non avendo nessun riferimento scientifico e fondato, da parte della famiglia o della scuola. Esplorano la propria sessualità completamente impreparati sulle basilari nozioni fisiologiche e relazionali e soprattutto vivono tutto questo come un aspetto del proprio sviluppo da tenere nascosto, come qualcosa di proibito e sbagliato, a causa di tabù e stereotipi di cui abbiamo ampiamente fatto accenno.

Nel nostro Paese il dibattito sull’introduzione dell’educazione sessuale a scuola è più antico di quanto si possa credere:  già dai primi anni del 900 infatti i governi fecero delle proposte di inserimento di corsi sull’igiene sessuale mirati a prevenire la dilagante piaga della trasmissione delle malattie veneree. Dopo il ’68 grazie ai profondi mutamenti sociali e culturali, si iniziò a parlare di educazione sessuale non solo in termini di prevenzione medica, ma inserita in un quadro armonico di sviluppo della personalità e del benessere.

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Da allora, per anni e per molte legislature si sono susseguite proposte di legge, mai entrate in vigore per le opposizioni più cattoliche che facevano leva su questioni di ordine morale e valoriale. La prima proposta di legge per l’introduzione obbligatoria di programmi di educazione sessuale risale al 1975. Per quanto riguarda i paesi dell’Unione Europea tutti tranne Italia, Bulgaria, Cipro, Polonia, Romania hanno reso obbligatoria l’educazione sessuale nelle scuole. Discorso a parte invece per il Regno Unito dove nel febbraio 2015 i parlamentari inglesi hanno chiesto che l’educazione sessuale divenisse obbligatoria nella scuola primaria e secondaria.  Si è dovuto attendere  il 2015 con la riforma de “La buona scuola” per ottenere il comma 16 della legge 107 che così recita: “Il piano triennale dell’offerta formativa assicura l’attuazione dei principi di pari opportunità, promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle tematiche indicate dall’articolo 5(Legge su Femminicidio), comma 2, del decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 ottobre 2013, n.119, nel rispetto dei limiti di spesa di cui all’articolo 5-bis, comma 1, primo periodo, del  predetto decreto-legge n. 93 del 2013».”. Ma anche in questo caso i movimenti cattolici e le associazioni dei genitori più conservatori, hanno mosso non poche polemiche diffondendo a macchia d’olio l’idea che si volessero indottrinare i ragazzi e i bambini alla fantomatica “teoria gender”. Come abbiamo visto in questo articolo  Money fu tra i primi a introdurre il concetto di gender (genere in inglese) intorno agli anni ’50 per i suoi studi su persone intersessuali per la necessità di distinguere tra identità e sesso biologico.  I sostenitori della teoria del gender distinguono quindi  tra sesso e genere. Il primo è il sesso con il quale nasciamo, il secondo quello che riconosciamo come intimamente nostro.

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Il sesso è un dato biologico e naturale, il genere un dato psicologico e socio-culturale.

In tale prospettiva, ciò che rende “maschili e femminili” non è un dato oggettivo e reale, ma è un prodotto della cultura e della costruzione sociale dei ruoli.  Posto ciò, i sostenitori dei movimenti “no-gender”, hanno letto nelle parole del comma 16 “pari opportunità” e “violenza di genere” un sentore di insidia della teoria gender resa latente dalla mancanza dello specifico termine inglese: in particolare il Cardinale Bagnasco ha definito il termine “violenza di genere” come un cavallo di Troia, poiché il richiamo all’art. 5 comma 2 prevede un piano d’azione contro la violenza di genere che recita : <<…Obiettivo prioritario deve essere quello di educare alla parità e al rispetto delle differenze, in particolare per superare gli stereotipi che riguardano il ruolo sociale, la rappresentazione e il significato dell’essere donne e uomini, ragazzi e ragazze, bambine e bambini nel rispetto dell’identità di genere, culturale, religiosa, dell’orientamento sessuale (…) sia attraverso la formazione del personale della scuola e dei docenti, sia mediante l’inserimento di un approccio di genere nella pratica educativa e didattica». A parere nostro tutto questo più che un cavallo di Troia, rappresenta semplicemente un moto di civiltà. Inoltre la teoria gender così come intesa dai movimenti cattolici e conservatori, è fumo negli occhi come abbiamo più volte ribadito.sessualita.600

Ma le obiezioni sui programmi di educazione sessuale non si contano e sono le più disparate: c’è chi sostiene che l’educazione e la scoperta della sessualità siano appannaggio della famiglia, che deve scegliere tempi e modi di insegnamento ai propri figli, preservandone più a lungo possibile l’innocenza. Peccato però che i genitori stessi siano spesso i primi male informati rispetto alla sessualità e che abbiano come bagaglio culturale, semplicemente la propria personale esperienza di vita, oltre che dover affrontare non poche difficoltà legate al pudore, ai tabù ed alla vergogna di dover parlare di sesso con i figli e quindi alla fine succede che nella maggioranza delle famiglie questo argomento sia semplicemente ignorato lasciando i ragazzi soli nella scoperta della propria sessualità, affidandosi a internet o alle esperienze dei pari.  Inoltre , non pochi genitori e insegnanti hanno denunciato che spogliare la sessualità dell’aspetto procreativo, divulgando nozioni di anatomia e fisiologia e stimolando i ragazzi a confrontarsi su di essi, rappresenti il seme per “perversioni sessuali” ( quali- cito testualmente- omosessualità, pornografia, pedofilia, promiscuità…!!!). Lasciamo ai lettori le dovute considerazioni in merito e ci focalizziamo invece sui fattori che contribuiscono a confermare la necessità di introdurre l’educazione sessuale nelle scuole:

  • Il mutamento del sistema di famiglia, l’evoluzione dei modelli sociali e le modificazioni dei ruoli maschili e femminili;
  • L’aumento dell’utilizzo di internet che permette una maggiore fruizione di materiale pornografico, siti di incontri, social network
  • Messaggi pubblicitari e format televisivi sempre più espliciti sessualmente che bombardano i bambini fin da piccolissimi con informazioni sessualizzate

Questo suggerisce l’importanza di affrontare in modo sistematico l’educazione sessuale nelle varie età della crescita, con un linguaggio adeguato all’età cronologica della persona basato sulle competenze cognitive e sul grado di sviluppo. Gli standard per l’educazione sessuale, elaborati dall’Oms Europa e dal Centro Federale per l’Educazione alla Salute(BZgA) tedesco, prevedono che si debba iniziare ad affrontare l’argomento già all’asilo nido con l’obiettivo di assicurare ai bambini e ai ragazzi la possibilità di vivere la sessualità in modo responsabile ed appagante, ma anche per renderli consapevoli delle principali problematiche legate alle malattie sessualmente trasmesse, alla contraccezione, alla violenza.

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Se è vero infatti che una maggiore consapevolezza su queste tematiche è utile a prevenire comportamenti sessuali pericolosi per la propria e altrui salute, è altrettanto vero che insegnare fin da subito ai bambini che cosa la sessualità rappresenti, non solo in termini fisici e biologici, ma anche in termini relazionali ed emozionali, può certo contribuire ad imparare a viverla in modo adulto e completo e nel pieno rispetto dell’altro, limitando violenza e abuso . Quindi l’educazione sessuale può essere vista come un progetto mirato al generale sviluppo della personalità nella sua globalità puntando sulle potenzialità di ognuno tramite la sensibilizzazione e la conoscenza, non solo della dimensione biologica e riproduttiva, ma soprattutto di quella culturale e relazionale-emotiva( Del Re, Bazzo, 2015). Ci teniamo a ricordare inoltre che nei paesi dove si fa assiduamente educazione sessuale la percentuale di gravidanze indesiderate in adolescenza è molto più bassa rispetto ai luoghi dove questo tipo di programma non si effettua minimamente. edu-sessuale

Tuttavia l’idea che la scuola e la famiglia debbano farsi carico dell’educazione sessuale presenta non poche difficoltà: come abbiamo visto soprattutto in merito alle conoscenze, ed inoltre anche quegli insegnanti che vogliano fare ed. sessuale in classe, non trovano sufficienti proposte metodologiche che li guidino nella progettazione. Attualmente i programmi che puntano all’educazione sessuale si affidano ai POF che liberamente i dirigenti scolastici possono decidere di adottare o no, ma ricordiamo che determinate argomentazioni necessitano di competenze specifiche di carattere socio-antropologico, psicopedagogico e didattico, oltre che strettamente psicosessuologico e dunque vanno affidati a professionisti della salute ( psicologi, sessuologi, ginecologi, andrologi).

 

Dott.ssa Sara Longari

Bibliografia:

Del Re G. e Bazzo G., EDUCAZIONE SESSUALE E RELAZIONALE-AFFETTIVA, SCUOLA PRIMARIA.ed Erickson

 

 

Sitografia:

http://180gradi.org/2017/02/15/educazione-sessuale-a-scuola-parliamone/

https://www.osservatoriogender.it/capire-il-gender/significato-teoria-gender-cosa-afferma/

http://www.lanuovabq.it/it/il-gender-nella-buona-scuola-ce-eccome

https://www.ilgazzettino.it/nordest/primopiano/educazione_sessuale_scuola_la_prof_si_oppone_scrive_ai_genitori-2256824.html

http://spazio-psicologia.com/sex/leducazione-sessuale-nelle-scuole-secondo-loms/

 

 

L’azienda-progetto dal nome “La Valigia Rossa” che promuove la salute e il benessere sessuale

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Quando si parla di sessualità si tende ad ironizzare e l’ironia viene utilizzata come meccanismo difensivo per allontanare dubbi e paure. Ciò accade perché ancora oggi il sesso sembra far paura e si presenta come fonte di imbarazzo e pregiudizi. Come afferma il dottor. Quattrini Fabrizio, pur essendo bombardati da tanti e pressanti stimoli sessuali tipici di una società tecnologica e informatizzata, la coppia di oggi è a rischio perché, nonostante tutte le sollecitazioni esterne, restano diffusi confusione, ignoranza e stereotipi (… ) Nella maggior parte dei casi, infatti, i partner vivono e percepiscono l’esperienza erotico-sessuale come strettamente vincolata a particolari forme di dovere, all’interno di inconsapevoli schematismi, dove il piacere diventa ritualizzato, standardizzato, privo di gusto inebriante tipico dell’orgasmo. (Quattrini, 2013)

Risulta importante, dunque, concedersi la possibilità, non solo per il singolo ma anche per la coppia, di scoprire e riscoprire il piacere erotico e sessuale in una dimensione ludica ma allo stesso tempo eccitante e piacevole, dando voce a fantasie e desideri erotici.

Per comprendere meglio la dimensione ludica della sessualità, oggi intervisto Elisa Ganazzin, consulente de “La Valigia Rossa”.

T: Ciao Elisa. Ti ringrazio per aver accettato il mio invito. È un grande piacere poterti intervistare. Come da presentazione, sei consulente de “La Valigia Rossa”. Di cosa ti occupi? Potresti parlarmi di questa azienda?

E: Grazie a voi per quest’opportunità! È un piacere avere l’occasione di parlarvi della nostra azienda, La Valigia Rossa, nata nel 2010 come progetto al femminile che promuove la salute e il benessere sessuale. Lo facciamo tramite riunioni con piccoli gruppi di donne che si ritrovano nell’intimità delle loro case. Noi consulenti conduciamo la riunione con ironia e competenza costruendo un viaggio che ruota intorno ai tantissimi argomenti che riguardano la sessualità avvalendoci dei tanti prodotti contenuti all’interno della Valigia Rossa. In valigia ci sono prodotti di ogni tipo e la consulenza è su misura del gruppo che ci invita. Il tutto in un’atmosfera di educazione sessuale tra pari, divertente, stimolante e nel contempo informativa. Naturalmente affrontiamo ogni tema con la giusta delicatezza e forniamo una consulenza completa sui prodotti proposti, in modo che ogni persona scelga con convinzione l’oggetto giusto che arricchisca la propria vita intima e il gioco. 

T: Fino a qualche anno fa per tanti era impensabile entrare in un sexy shop. Nel tempo c’è stata una rivalutazione dei sex toys, ideati per procurare piacere. Ce ne sono tanti, diversi non solo nell’estetica ma anche nella funzione. Puoi dirci come si classificano?

E: L’immaginario del Sex Toy è solitamente legato a quello del classico fallo color “nudo” e a quello del coniglietto vibrante, il Rabbit, reso famoso da Sex and The City. In realtà negli ultimi 10 anni c’è stata un’evoluzione incredibile nelle forme, nelle tecnologie, nei design e nelle texture. Semplificando moltissimo una grande differenziazione sta nella tecnologia: i dildo sono i sex toys inanimati, la cui funzione è quella di effettuare una stimolazione più statica o di sfregamento. Mentre i vibratori sono considerati quelli con un’anima tecnologica, capace di dare una stimolazione inesistente in natura, che aggiunga piacere al piacere: la vibrazione, appunto. E’ una classificazione riduttiva però, perché la vibrazione è solo una delle tecnologie utilizzate. Le altre tipologie sono: la pulsazione, la suzione, il movimento (circolatorio o ondulatorio) e la simulazione di una pratica sessuale (della stimolazione orale, per esempio). Direi che un’altra grande differenza la fanno i Sex Toys da esterno, più usati per la sensazione di relax che regalano, e i Sex Toys da interno, che solitamente hanno una o più stimolazioni. I più famosi sono quelli a doppia stimolazione, di solito di vagina e clitoride, con doppio effetto: massaggiante e stuzzicante. Un’altra importante differenza sta nei Sex Toys prettamente femminili o Sex Toys prettamente maschili, che in realtà sono meno di quel che si pensi. La diversità sta nel tecnicismo della stimolazione che vanno ad effettuare: per l’uomo, ad esempio, esistono degli anelli per pene, vibranti o non, che effettuano una vasocostrizione, interessante per la turgidità del pene e il gioco di coppia. Da segnalare anche i Sex Toys interattivi, con controllo remoto attraverso telecomando o app, più dedicati quindi alle fantasie di coppia e i Sex Toys anali, che in riunione ci permettono di sensibilizzare sulla sicurezza e sul trattamento riservati ad una zona delicata e ricca di terminazioni nervose, ma che va stimolata con riguardo e in un certo modo affinché dia piacere. 

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Come vedete il mondo dei Sex Toys è vastissimo! Ma se intendiamo come Sex Toy un prodotto dedicato all’ampliamento del piacere sessuale non possiamo tralasciare la cosmesi e la cura della sessualità, con i prodotti di igiene e di benessere: quelli dedicati al pavimento pelvico, ad esempio, o il semplice lubrificante (che semplice non è). Dietro un lubrificante c’è un mondo di sensualità, giochi, autoerotismo e varietà. Per questo è importante la consulenza!

T: Come afferma il Dottor Fabrizio Quattrini nel suo libro “Non smettere di giocare” (2013) entrare in con-tatto, permette di riconoscere emozioni e sensazioni che spesso sono date per scontate. Il contatto è un’esperienza spesso sottovalutata ma fonte ricchissima di piacere, mediante il quale la coppia può permettersi un’esperienza un’unica di scoperta di sé e dell’altro, scoprirsi graduale stimolando il corpo a 360°, non concentrandosi esclusivamente nella zona genitale. In che modo la Valigia Rossa si occupa della stimolazione sensoriale?

E: I 5 sensi e il piacere sono strettamente connessi, nelle nostre riunioni ne parliamo dall’inizio alla fine. Iniziando con l’olfatto, il senso più deputato al piacere, perché è il più incontrollabile e il più veloce a comunicare col sistema limbico. Un profumo buono o un profumo diverso dal solito possono muovere le energie, anche sessuali. Continuando con il tatto: la pelle è il nostro organo sessuale più diffuso; con una piuma o una sensazione di caldo o di freddo possiamo mappare e rimappare il nostro corpo a nuove deliziose esperienze. E vari sono i prodotti golosi dedicati al gusto contenuti nella nostra Valigia, con cui inventare nuovi giochi o reinventarne di già noti. Non tralasciamo di certo anche l’importanza dell’udito, coi brividi che può regalare la parola giusta sussurrata al momento giusto…e, naturalmente, la vista: stimolata con una lingerie sexy o occultata con sapienza sa alterare i ritmi dell’eccitazione.

T: Come spesso affermo, è importante scoprire sé stessi prima di affidare il proprio piacere ad altri. La Valigia Rossa si occupa del benessere sessuale di donne e uomini, non solo in coppia ma anche singolarmente. Mi piacerebbe, con te, sfatare alcuni miti.

“A letto ce la faccio da solo/a soddisfare il/la partner. Non ho bisogno di un giochetto”. Come si può introdurre un sex toys all’interno della dinamica di coppia evitando di intaccare la potenza sessuale dei partner?

E: Ognuno ha i propri tempi nell’avvicinamento ai sex toys, per questo è importante sdoganarne le forme e le funzioni. Se temiamo possa essere vissuto come “oggetto da competizione” potremmo proporlo inizialmente come coccola. Possiamo, ad esempio, proporne uno dalla forma inaspettata (un diamante, una paperella…) che regali sensazioni diverse ad entrambi. Non deve essere vissuto come un competitor, ma come un piacere aggiuntivo, che possa cambiare i ritmi dell’eccitazione, accelerandoli o aiutando a sincronizzarli.

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“Le donne non si masturbano.” “A letto ho bisogno di un uomo, non di un oggetto.” Prendersi cura del proprio piacere sessuale anche in solitaria è molto importante, ma spesso sottovalutato soprattutto nel mondo femminile. Piacere individuale e sex toys: cosa puoi dirci in merito a ciò?

E: Il piacere richiama piacere, è uno dei nostri mantra. Ma bisogna prendersi cura del proprio piacere. Cosa farebbe la vostra migliore amica se la trascuraste per giorni e poi quando è il momento di andare a teatro o in discoteca la chiamaste? Vi sbatterebbe il telefono in faccia, come minimo. La stessa cosa è la risposta sessuale! Se non coltiviamo le nostre fantasie e il nostro piacere tutti i giorni, nel momento in cui pretenderemo che il nostro corpo risponda, questo è autorizzato a dirci: picche! Perché ce ne siamo dimenticati per tutto il tempo ed ora pretendiamo che sia reattivo. Non funziona così. La masturbazione è un modo importantissimo per conoscere il proprio corpo e mantenerlo allenato al piacere. Inoltre è divertente e ha diversi benefici comprovati (dal sonno, alla circolazione, all’umore, alla stima di sé…).

T: So che le consulenti de “La Valigia Rossa”organizzano incontri in giro per l’Italia per divulgare e promuovere il benessere sessuale. Come funziona?

E: Siamo circa 120 consulenti in tutta Italia, ci trovate nel sito www.lavr.it

Nella sezione “trova la tua consulente” le persone ci scelgono in base alla provincia e inviano una richiesta, dopodiché ci si accorda per un appuntamento durante il quale si trascorreranno due splendide ore ad approfondire gli argomenti legati alla sessualità e toccare con mano una selezione dei migliori prodotti al mondo, scelti e selezionati con gusto femminile. Il resto è un segreto che verrà svelato solo alle partecipanti!

T: Il vostro motto è “Il buon sesso non fa differenza!”. Puoi spiegarlo ai nostri lettori?

E: Questo è uno dei motti a cui siamo più legate poiché è il motto con cui sosteniamo le persone che non vedono riconosciuti i propri diritti sessuali. Vivere la propria sessualità senza violenza e discriminazione è riconosciuto come “Diritto Umano” dall’ONU, perché è un elemento fondamentale della vita di ogni persona. E noi dal 2010 crediamo nella divulgazione di questo messaggio con azioni di sostegno, tra cui la partecipazione all’Onda Pride: le varie manifestazioni che ogni anno in questo periodo invadono le piazze italiane a sostegno delle diversità. La prima cosa che un’aspirante consulente si sente dire dalla sessuologa che ci forma è che il nostro è un progetto inclusivo, non esclusivo. Un progetto che vede la diversità come un valore.

T: Quale consiglio senti di dare a chi non conosce il mondo Valigia Rossa o è ancora scettico?

E: Se ancora siete scettici nel contattare una consulente e organizzare una riunione posso solo dire che l’unico peccato è il non fare questa esperienza!

consulente con valigia.jpgT: E se invece qualcuna fosse interessata a diventare consulente?

E: Deve essere pronta a cambiare, profondamente. Le consulenti de La Valigia Rossa sono donne in cambiamento continuo, donne che studiano, che si impegnano a portare avanti un progetto coraggioso con dedizione. Parlare liberamente di sessualità in un Paese come il nostro è ancora cosa per pochi. Dall’altro lato c’è il lavoro più bello del mondo… un lavoro in cui si è in accoglienza e in ascolto. In cui le energie femminili ci travolgono e abbiamo l’opportunità di rendere le persone felici.

Se vi identificate inviate il curriculum a curriculum@lavr.it e buona fortuna!

Grazie mille Elisa, per la disponibilità, professionalità e impegno!!! 

“L’anima del piacere è nella ricerca del piacere stesso.” – Blaise Pascal –

Dott.ssa Teresa Marrone

Bibliografia

Quattrini, F. (2013). Non smettere di giocare. Milano: Casa Editrice TEA

Sitogafia

http://www.lavr.it/it/

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