I mille volti della sessualità: perchè diverso è uguale a perverso?

 

fantasie-sessuali
fonte: deabyday.tv

Normalità, trasgressione e parafilia

Quando si parla di Eros, è facile perdere il confine tra ciò che è accettato e concepito come “normale”, poiché tipico, e ciò che invece (differendo dalla norma) è trasgressivo.  Ovviamente non possiamo  sapere quali siano le effettive condotte sessuali delle persone poiché è un aspetto strettamente intimo e privato, tuttavia un’ infrequenza statistica contraddistingue certe condotte come “atipiche” senza giudizio morale di sorta (Graziottin, 2004).

Ben altro discorso è  propagandare al “deviato e perverso” ciò che non è considerato “tipico” da una cultura o da un popolo.  Il concetto di normalità quindi è del tutto relativo ed ancorato, in realtà, al contesto storico e culturale : basti pensare ad alcune tradizioni, alcune pratiche o alcuni stati di famiglia che il secolo scorso  erano considerati del tutto “normali”, come ad esempio il fatto che le donne non potessero lavorare o guidare, ma fossero solo gli uomini ad assolvere questi compiti. Oppure ancora, in alcune culture è considerato normale punire un reato come l’omicidio, con lo stesso identico reato (pena di morte), oppure come in alcune popolazioni l’abbigliamento tipico preveda solo oggetti derivati dalle piante, per coprire i genitali, mentre per noi sarebbe impensabile andare in giro nudi (oltre che un reato punibile per legge), o per alcune culture sia la norma avere più di una moglie; gli esempi potrebbero continuare all’infinito, cambiando semplicemente provincia.  Quindi non esiste una “normalità universale”, ma piuttosto una normalità giuridica (ossia ciò che si discosta dalla regola è considerato “deviante), una normalità biologica (ciò che non è considerato sano, è “patologico”) ed una normalità statistica (che riguarda i dati che differiscono dal valore “medio” nella distribuzione gaussiana), tutto il resto è evanescente, soggettivo, dipendente dal contesto. Tuttavia in materia di sessualità maschile e femminile, tutto ciò che è considerato atipico viene definito come trasgressivo, deviante o addirittura “perverso” (ricordiamo che circolano tuttora dei siti divulgativi di stampo cattolico che associano la Pedofilia all’omosessualità, dichiarandola appunto come perversione).

Questo tipo di stereotipo è stato supportato fino alla fine degli anni ’70 anche dalla classificazione dei disturbi mentali del DSM II in cui vi era il concetto di Deviazione sessuale, in cui era compresa l’omosessualità, seguita da feticismo, pedofilia, travestitismo, esibizionismo, voyeurismo, sadismo e masochismo. I “devianti sessuali” erano coloro con un interesse sessuale verso “oggetti altri” rispetto a persone di sesso opposto, oppure direzionato ad atti sessuali non necessariamente legati al coito. Solo nel 3° DSM compare il termine “Parafilia” che riguarda una preferenza a scopo eccitatorio di oggetti non umani, oppure attività sessuali che comprendono la simulazione di sofferenza e umiliazione e una ripetuta attività sessuale con partner non consenzienti. Tuttavia, nell’ultima edizione del manuale, DSM 5, alle parafilie viene dedicato un capitolo a se stante e si differenziano dal Disturbo Parafilico. La parafilia quindi riguarda un “intenso e persistente” interesse sessuale per particolari attività che non prevedono esclusivamente la stimolazione genitale o i preliminari sessuali con partner umani maturi e consenzienti, tale tendenza può rivelarsi anche solo preferenziale, non necessariamente intensa, e perciò non necessita di intervento clinico. Diversa è la condizione di Disturbo parafilico, che comprende anche un’esperienza di disagio che accompagna i vissuti sessuali e che può arrivare fino ad arrecare danni a sé e agli altri. All’interno del colloquio clinico è necessario stabilire precisamente il limite tra parafilia e disturbo parafilico, ed in supporto di questa esigenza vi sono appositi strumenti standardizzati, oltre che l’approfondimento di fantasie, desideri e comportamenti parafilici . Spesso il concetto di perversione viene esteso a tutte quelle persone che utilizzano la sessualità non a fini di piacere erotico, ma per provocare dolore e sofferenza nell’altro, utilizzando la vittima per reiterare un vissuto doloroso mai elaborato, ma queste persone vengono definite più precisamente “sex-offender”(diverso quindi dalle pratiche sadomasochiste dove il fine ultimo è comunque il piacere), per dirla con le parole di Stoller (1975) si tratta di un meccanismo di erotizzazione dell’odio.

14037376065_0c2fe12141_z

Fuori da questo campo più strettamente clinico, vi è tutto un mondo che riguarda semplicemente la dimensione ludica ed interessante del piacere erotico-sessuale: tutto ciò, quindi manifesta  la personale sperimentazione scevra da tabù e stereotipi autoimposti e non, nella quale gli individui possono ritrovare quella dimensione di gioco in cui lasciarsi andare al piacere senza controllo razionale, questo spazio è la trasgressione.01297

Tutte le persone hanno fantasie erotiche, che spesso tengono nascoste perché le considerano bizzarre o perché temono che condividendole, gli altri possano considerarli “perversi”, semplicemente perché, come già detto, si discostano dall’idea tipica che hanno della sessualità. Ma l’esperienza trasgressiva, la realizzazione dei desideri erotici  può donare una sessualità diversa, interessante e sanatrice di una routine di coppia fatta solo di automatismi.  Come afferma il Dr. Quattrini, le trasgressioni possono essere rappresentate da qualsiasi esperienza nuova e diversa: modalità di espressione erotico-sessuali, l’utilizzo di sex-toys, scambio di ruoli sessuali o fare un’esperienza di scambio di coppia, sperimentare alcuni livelli di BDSM (bondage-dominazione-sadismo-masochismo) o semplicemente un’esperienza erotica fuori dalle classiche mura domestiche. La coppia tende ad addentrarsi fin da subito nelle dinamiche delle relazioni amorose, perdendo spesso la dimensione della scoperta, della sperimentazione, della trasgressione. Ma nonostante nel profondo ci sia un calo del desiderio e della ricerca di piacere erotico, si tende a dissimulare i bisogni e le fantasie, per favorire la quiete, non mettersi in discussione, non uscire dalla zona di comfort. Nella sessualità, spesso, monotonie e stereotipi giocano un ruolo fondamentale e risultano invalidanti per la funzionalità sessuale, molto più che le problematiche organiche. Imparare a giocare insieme, riscoprendo i desideri e attivando le fantasie erotiche, aiuta la coppia a non cadere in certe trappole (Quattrini,2013).

Date queste premesse iniziali, rimandiamo ad un prossimo articolo l’approfondimento degli ambiti che sono stati appena accennati in questa panoramica.  Ci occuperemo quindi nel dettaglio di : disturbi parafilici, BDSM e trasgressione.

Bibliografia:

Leilblum S. R. , Raymond C. R.. Principi e pratica di terapia sessuale. Ed italiana a cura di A. Graziottin. Cic edizioni internazionali. 2004, Roma

Quattrini F., Non smettere di giocare. TEA Milano, 2013

Quattrini F., Parafilie e devianza. Giunti, Firenze 2015

Dott.ssa SARA LONGARI

Ti è piaciuto questo articolo? CONDIVIDILO! 

Facci sapere cosa ne pensi lasciandoci un commento, il tuo contributo arricchisce i contenuti, grazie

Lascia un commento