Omosessualità: dall’ importanza del coming – out alla necessità di abbattere l’omofobia

Omosessualita-sfatiamo-i-pregiudizi

L’orientamento sessuale riguarda la sfera dell’attrazione sentimentale e sessuale, pertanto tende ad essere concettualizzato in maniera multidimensionale: si parla di eterosessualità quando la persona è sentimentalmente e sessualmente attratta da persone di sesso opposto dal proprio, viceversa si parla di omosessualità quando la persona è sentimentalmente e sessualmente attratta da persone del suo stesso sesso; ulteriormente si parla di bisessualità quando la persona è sentimentalmente e sessualmente attratta da persone di sesso sia opposto sia uguale al proprio, infine si parla di asessualità quando la persona manifesta assenza totale di attrazione sentimentale e sessuale verso persone di qualsiasi sesso e non è sensibile ad alcuno stimolo sessualmente attivante (Dèttore & Lambiase, 2011).

Nella nostra cultura prevalentemente eterosessista, le altre forme di orientamento sessuale vengono socialmente stigmatizzate e caricate di pregiudizi tali da essere la fonte primaria di minority stress cui sono esposte le persone LGBTQ, determinando una situazione in cui la persona appartenente all’ orientamento sessuale non eterosessuale (in particolar modo per l’omosessuale, ma  questo resta valido per tutti coloro che rientrano nella categoria LGBTQ) resta rinchiusa nella clandestinità non soltanto per nascondersi ma per nascondere ciò che la società e spesso la famiglia stessa, rifiuta di vedere.

Lingiardi (2014) afferma che “l’omosessualità, tanto quanto l’eterosessualità, costituisce una variante positiva della sessualità umana”, sottolineando con questa espressione tanto la necessità quanto l’importanza per una persona omosessuale di entrare a pieno diritto a far parte di una comunità all’interno della quale è possibile appropriarsi della propria identità piuttosto che essere continuamente identificati, definiti e descritti. Affinché questa condizione si realizzi, diviene fondamentale per la persona omosessuale fare coming – out, ovvero uscire allo scoperto e manifestare il proprio orientamento sessuale davanti ad altri dopo averlo accolto in sé stessi accettando pienamente la propria omosessualità nella sfera pubblica e in quella privata.

Molti studi dimostrano che l’uscire dalla clandestinità migliora lo stato di salute fisica e mentale diminuendo il rischio di depressione, ansia, sensi di colpa e somatizzazioni dovute al tentativo estremo di tenere tutto sotto controllo, perché nulla trapeli da gesti, parole, comportamenti e reazioni. Gli omosessuali che riescono ad affermare la propria identità sessuale tendono ad essere più soddisfatti di sé stessi, maggiormente propositivi verso gli altri e più propensi a confrontarsi con il mondo circostante (Castañeda, 2014).

In ogni caso il coming-out ha effetti benefici solo se è frutto di libera scelta della persona che, dopo una valutazione realistica dei costi e benefici, decide di manifestare apertamente la propria identità nella speranza di instaurare relazioni autentiche e di sentirsi supportata dal contesto di appartenenza. Risulta chiaro che il processo di outing, ovvero lo svelamento dell’orientamento sessuale da parte di altri, non ha lo stesso beneficio ma costituisce una brusca invasione e violazione dell’intimità e riservatezza della persona.

Infine, la paura maggiore davanti alla possibilità del coming-out è quella di compiere un passo irreversibile e di imboccare una strada senza ritorno che provoca vergogna e senso di inadeguatezza. È il timore di non farcela a reggere l’impatto emotivo del “dopo”, di non possedere le risorse per mantenere la propria integrità dopo aver alterato gli equilibri familiari ed amicali così importanti per una buona percezione di sé. Diventa allora vitale riuscire a comunicare la propria omosessualità mettendone in risalto la positività e la ricchezza così da raggiungere, almeno nell’ambito familiare, quella valorizzazione che il contesto sociale nega (Rigliano, 2001).  In definitiva rimanere “velati” implica il condurre una doppia vita e servirsi di strategie di simulazione, camuffamento, segreti e bugie che danneggiano fortemente il processo identitario; inoltre, si costruirebbero relazioni interpersonali non autentiche dal momento che si nasconde una parte di sé importante e fondamentale inducendo l’altro in errore. Pensare di dover proteggere gli altri dal proprio orientamento è assumersi una responsabilità che non compete alla persona omosessuale ma che va lasciata all’elaborazione di chi è chiamato ad accogliere l’altro nella sua diversità.

L’omofobia è l’avversione immotivata e irrazionale verso le persone omosessuali che può degenerare in comportamenti violenti e discriminatori. Nel 2012, il Dipartimento per le Pari Opportunità ha promosso una campagna istituzionale di sensibilizzazione contro l’omofobia e le discriminazioni di genere intitolata “Nessuna differenza”, lo spot mostra un paziente all’interno di un’ ambulanza durante il trasporto in ospedale, nella scena compaiono diverse categorie professionali: un portantino, un’anestesista e un chirurgo, mentre lo speaker fuori campo rivolgendosi allo spettatore spiega che nella vita l’orientamento sessuale non può essere importante ai fini della professione che queste persone svolgono ogni giorno. Lo spot lancia infatti un messaggio semplice e chiaro: “Nella vita certe differenze non possono contare. Rifiuta l’omofobia, non essere tu quello diverso”.

L’obiettivo più grande che ci poniamo di raggiungere in qualità di addetti ai lavori è quello di rompere gli stereotipi di genere, i pregiudizi e i falsi miti alimentati dal retaggio socioculturale, promuovendo e migliorando il rapporto con sé stessi e con gli altri in un’ottica di mutuo rispetto e di accettazione dell’altro come diverso da Sé.

 

Bibliografia

Castañeda, M. (2014). Comprendere l’omosessualità. Roma: Armando.

Dèttore, D., & Lambiase, E. (2011). La fluidità sessuale. La varianza dell’orientamento e del comportamento sessuale. Roma: Alpes.

Lingiardi, V., & Nardelli, N. (2014). Linee guida per la consulenza psicologica e la psicoterapia con persone lesbiche, gay e bisessuali. Milano: Raffaello Cortina.

Rigliano, P. (2001). Amori senza scandalo : cosa vuol dire essere lesbica e gay. Milano: Feltrinelli.

Dr.ssa Consiglia – Liliana Zagaria

 

Ti è piaciuto questo articolo? CONDIVIDILO!

Facci sapere cosa ne pensi lasciandoci un commento, il tuo contributo arricchisce i contenuti, grazie!

 

Lascia un commento