Nel precedente articolo intitolato “Dal reale al virtuale: in connessione con tutti ma in relazione con nessuno” sono state illustrate le differenze epocali nell’instaurare e mantenere le relazioni interpersonali, enfatizzando con particolare importanza quanto l’utilizzo smodato e compulsivo dei social network abbia inciso e modificato gli stili relazionali a livello socio – culturale. L’obiettivo del presente articolo è quello di approfondire le tematiche introdotte precedentemente, focalizzando l’interesse sui fenomeni relazionali disfunzionali, da sempre esistiti ma mai diffusi così tanto esponenzialmente quanto i giorni nostri, a causa dell’ espansione delle modalità di comunicazione digitale che stanno caratterizzando sempre più le relazioni sociali. Si tratta di tre fenomeni: il ghosting, lo zombieing e l’orbiting, che rappresentano delle modalità di violenza psicologica gratuita esercitata virtualmente sulle persone con cui si è stati in relazione, danneggiandole moralmente (un sondaggio rivela che l’80% di giovani tra i 18 e 33 anni, ha subito un’esperienza di ghosting, zombiening ed orbiting; e che questa modalità è agita in prevalenza dal genere maschile).
Il Ghosting è un fenomeno che identifica le situazioni in cui una delle parti scompare dalla relazione senza una chiarificazione, un saluto, un addio. Praticamente, si tratta di diventare dei fantasmi, sparire improvvisamente, smettendo di rispondere a chiamate, messaggi, email. Negarsi, sparire nel nulla, è sempre stato possibile, ma la comunicazione via internet ha consentito al fenomeno di proliferare vertiginosamente; la comunicazione online rende molto più semplice il non assumersi la responsabilità delle proprie azioni. L’esempio più tipico del ghostman è quello di colui che dopo aver conquistato, sedotto, frequentato brevemente e aver fatto credere alla partner di essere la donna della sua vita, all’improvviso scompare. Svanisce come neve al sole, senza lasciare alcuna traccia, cancellando quest’ultima non solo dalla sua vita ma anche da tutti i canali social, bloccandola sulle chat e mettendo il suo numero nella lista degli indesiderati. Al ghostman interessa una sola cosa: portare a letto il maggior numero di donne, dimostrando a se stesso di essere un grande seduttore, irresistibile e insostituibile. La modalità relazionale adottata è sempre la stessa: “ti corteggio, ti seduco, ti mollo e scompaio.”
Lo Zombieing è il fenomeno che identifica la “resurrezione della persona sparita”, ovvero colui che era fuggito, sparito, senza spiegazioni, riappare all’improvviso senza preavviso. L’esempio tipico è quello in cui lo zombieman dopo lunghi silenzi riappare con messaggi, like sui post, commenti alle storie di Instagram ecc., entrando ed uscendo dalle vite delle sue vittime, sconvolgendole come e quando vuole, dimostrando a se stesso la propria forza.
L’Orbiting è quel fenomeno mediante cui “si orbita” intorno alle persone senza mai avvicinarsi chiaramente; specificamente si tratta di un agito da parte di quell’uomo che dopo aver fatto ghosting e zombieing, continua a rimanere nell’orbita, controllando le mosse e la vita della ex partner da lontano. Spesso nascondendosi dietro falsi profili, la spia attraverso i social, verifica se è on line sulle varie chat, legge tutti i commenti che lascia agli amici comuni, senza mai palesarsi in modo diretto.
Il gravitare intorno è sinonimo di controllo, di gestione inconscia delle relazioni, una tortura silenziosa e pericolosa. L’orbiman, generalmente è una persona anaffettiva, incapace di amare, ma che allo stesso tempo fa credere di essere l’uomo più innamorato del mondo, rafforzandosi nell’illusione di essere ancora il protagonista della vita della ex partner, in quanto è al corrente di ogni dettaglio della vita di quest’ultima senza che ella sappia nulla di lui.
Da un punto di vista psicologico come può essere spiegato questo comportamento?
In letteratura emerge che il ghosting e le sue sfumature rappresentano il risultato di stili di attaccamento relazionali disfunzionali appresi durante l’infanzia, l’esempio più tipico è quello di chi ha avuto genitori incuranti, che non hanno soddisfatto le richieste di ricevere spiegazioni, o di genitori che promettevano, senza mai mantenere le promesse fatte, o ancora di genitori che lasciavano i figli soli senza mai un perché, dunque una volta diventati adulti, il modello relazionale interiorizzato viene riprodotto in ogni tipo di relazione che viene ad instaurarsi.
Appare evidente che il tratto di personalità dominante in queste persone è il narcisismo che oltre a manifestarsi attraverso un egocentrismo patologico all’interno della relazione, sembra ricercare continuamente l’ammirazione da parte degli altri per la sua affermazione personale. L’atteggiamento più tipico è la non assunzione di responsabilità all’interno della relazione, dunque la fuga sembra la soluzione più rapida ed indolore, noncurante del vissuto della vittima (inevitabilmente coinvolta in una spirale di pensieri auto-svalutanti e autodistruttivi), poichè è carente anche dal punto di vista empatico.
Concludendo, in queste situazioni, il supporto psicologico è necessario sia per il ghoster che per la vittima. Nel primo caso, lo psicologo offrirà il sostegno necessario alla persona per entrare in contatto con le sue emozioni, allo scopo di farle prendere consapevolezza, enfatizzando l’idea che scappare da situazioni ostiche non risolve il problema, semplicemente lo rimanda. Nel secondo caso, lo psicologo offrirà il sostegno necessario alla persona sia per ristrutturare cognitivamente i pensieri auto-svalutanti e autodistruttivi, sia per uscire da questo circolo vizioso e potenziare la sua autostima.
Dott.ssa Consiglia – Liliana Zagaria
Sitografia:
http://www.signoresidiventa.com
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