Nella vita dei genitori sono molti i momenti di difficoltà educativa che si attraversano, ma certamente nessun periodo della vita provoca ansia alle mamme ed ai papà come il momento in cui i figli, fino ad allora considerati piccoli e indifesi, si affacciano allo sviluppo adolescenziale. I dubbi sulle giuste regole educative da imporre, le preoccupazioni sulle amicizie e sulla scuola, le prime litigate furibonde sull’orario di rientro e soprattutto, il più grosso tabù di un genitore: “A che età mio/a figlio/a scoprirà la sua sessualità?” .Tutti noi siamo stati adolescenti e chi più chi meno, abbiamo subito ramanzine, siamo stati controllati dai nostri genitori, e spesso siamo riusciti ad evadere dalle imposizioni e dalle regole che ci hanno imposto, eppure ora, da adulti, nel ruolo genitoriale troppo spesso ci si dimentica di quanto sia delicata questa fase di vita per chi la vive in prima persona: gli adolescenti. Certo è vero, i genitori di oggi si trovano ad affrontare situazioni che ai nostri genitori non sono capitate, poiché viviamo in un’epoca in cui la sessualità è sdoganata dalle televisioni (reality 24h su 24h che mostrano momenti di intimità tra i protagonisti), i primi smartphone con accesso ad internet vengono consegnati a ragazzi sempre più giovani (già a 10 anni si è in possesso di smartphone di proprietà del fanciullo, ma basta guardarsi intorno per rilevare come già bambini di 3-4 anni siano in grado di armeggiare tra link e video dai cellulari dei genitori), i computer vengono utilizzati dai ragazzi spesso senza un controllo adulto, accedendo quindi a contenuti anche hard, che sicuramente non sanno gestire dal punto di vista emotivo. E’ chiaro quindi che oggi si presenta un paradosso pedagogico: in un periodo storico in cui si parla di sessualità fluida, accessibile e normalizzata rispetto al passato, il compito genitoriale richiede una maggiore attenzione all’educazione per essere una guida sana ed equilibrata per i propri figli.
Chiariamo il primo concetto fondamentale: adolescenza e pubertà sono due aspetti diversi di una fase di crescita umana; la pubertà è il cambiamento fisico e ormonale (dagli 11 ai 16 anni) che comporta la comparsa delle prime mestruazioni nelle ragazze (menarca) e della produzione dello sperma nei ragazzi (spermarca), vi è quindi la maturazione dei caratteri sessuali primari che permette la funzionalità degli apparati anatomici, e la comparsa dei caratteri sessuali secondari associati a modificazioni morfologiche (aumenta l’altezza, vi è la comparsa dei peli pubici e ascellari, della barba nei maschi, crescono i seni alle ragazze, vi è una modificazione della voce, la comparsa dell’acne tipica dello sbalzo ormonale).
Un primo importante aspetto psicologico da considerare è che la maturazione puberale dichiara al mondo la propria mascolinità o femminilità biologica e la capacità di riproduzione, e questo è evidente soprattutto per le ragazze, per un motivo molto semplice: il ciclo mestruale è qualcosa di lampante (si vede) e spesso questo passaggio (soprattutto nei piccoli centri) è un momento in cui la famiglia viene resa partecipe in una certa misura (la mamma, le zie, di solito sono coinvolte dalle ragazze se non altro perché ci si trova per la prima volta a districarsi con gli assorbenti), mentre per i maschi questo aspetto resta maggiormente nella sfera privata (spesso la prima eiaculazione avviene tramite masturbazione, che per i ragazzi è un’attività che inizia molto precocemente, o per polluzioni notturne quindi è possibile che il ragazzo stesso non si accorga di questo momento di sviluppo). La masturbazione sembra essere la modalità predominante di espressione sessuale per gli adolescenti maschi, molto meno per le femmine (scoraggiate fin da piccolissime all’esplorazione manuale del proprio corpo, ed educate con lo stereotipo che la sessualità sia una cosa concessa più ai maschi). L’adolescenza invece è il periodo di transizione psicologica e sociale tra l’infanzia e l’età adulta: essa varia per durata, qualità e significato da una civiltà all’altra e all’interno della stessa civiltà anche da un gruppo sociale all’altro. L’aspetto di transizione riguarda la separazione dalla fanciullezza e dai genitori e lo stabilirsi di un’identità sessuale adulta e della capacità di intimità. Ma non solo, poiché gli adolescenti si trovano in uno stallo di riconoscimento sociale: non sono più considerati bambini, ma non sono nemmeno adulti, perciò nella quotidiana lotta di accettazione e scoperta del proprio corpo che cambia forma, esigenze e odore, vi può essere la confusione di una richiesta sociale che spesso risulta “bipolare”. L’adolescente si accorge che lo spazio dei sentimenti familiari deve essere modificato, sente di doversi porre diversamente rispetto alla famiglia per poter accedere ad altri legami. Ci si deve staccare dall’immagine di sé infantile, dalle gratificazioni a cui l’infanzia ci ha abituato (Consolo,2016).
Questo processo di separazione fa parte del normale ciclo di vita, si realizza gradualmente e non implica la fine di un rapporto ma una sua trasformazione. Se non si presentano particolari difficoltà, si assiste ad un cambiamento della relazione genitori-figli in senso più maturo e simmetrico, indispensabile per il raggiungimento di una condizione di autonomia fisica ed emotiva (Consolo,2016).
Nella seconda metà dell’adolescenza da 15 a 19 anni, le dimensioni adulte vengono più o meno raggiunte mentre la maturità psicosociale ritarda ancora: gli individui lottano per l’autonomia, l’accettazione del gruppo dei pari e l’assunzione di rischi diventa sempre più importante. Per gli adolescenti il cui orientamento sessuale è omosessuale, la tarda adolescenza è spesso il periodo in cui essi si separano dal mondo eterosessuale (molti omosessuali dichiarano di aver fatto le prime esperienze sessuali con persone di sesso opposto, per la non-accettazione del proprio orientamento o semplicemente per non essere discriminati), consapevoli dei numerosi giudizi omofobici del mondo etero,ma arrivati a questa fase per la maggioranza si palesa una consapevolezza (qui un articolo sull’argomento) . In epoca adolescenziale il necking (stimolazione dalla vita in su) e il petting (stimolazione dalla vita in giù) costituiscono un importante occasione di conoscenza sessuale, ma l’esperienza più rivelante è ovviamente il rapporto completo. Sebbene non tutti gli esperti concordino circa l’età appropriata per il primo rapporto, la maggior parte conviene sul fatto che la prima adolescenza fino ai 14 anni sia troppo precoce e le conseguenze correlate ad una sessualità troppo precoce sono molteplici: comportamenti a rischio come uso di alcol e droghe, mancanza di contraccezione e quindi il rischio di contrarre malattie a trasmissione sessuale e gravidanze indesiderate, abbandono scolastico. Al termine dell’adolescenza, la maggior parte degli individui ha avuto rapporti sessuali con regolarità e ha sviluppato un’identità sessuale consolidata. C’è da tenere conto che la precocità puberale facilita un inizio altrettanto precoce di attività sessuale, ma anche lo sviluppo cognitivo e affettivo di ogni giovane influisce sulla sua capacità di cogliere gli effetti a medio e lungo termine delle proprie condotte sessuali. Le modalità di attaccamento vissute nell’infanzia faranno da traccia per le sue relazioni (ne abbiamo parlato qui). Secondo Fabbrini e Melucci (1992) la capacità di innamorarsi è il segno più caratteristico di questa età e la più convincente dichiarazione di salute che un adolescente possa dare di sé. Per questo da genitori, bisogna ricordarsi che essere una guida attenta e autorevole (non proibitiva, attenzione!) è importante specialmente in una fase di vita in cui la sfida dell’autorità è un mezzo per l’affermazione di sé, ma è altrettanto fondamentale non diventare nemici dei propri figli, riuscire ad aprire un dialogo nel quale essi possano sentirsi liberi di affrontare certi argomenti senza il muro dei tabù, in modo da evitare che essi attingano da fonti impreparate come il gruppo di pari, o molto confusionarie come la rete e i social media.
Non si deve demonizzare il sesso, ma responsabilizzare gli adolescenti a rispettare il proprio corpo, i propri desideri e a dare il giusto peso alle relazioni affettive. Ricordiamo ancora una volta, a questo proposito, l’importanza di programmi di educazione affettiva e sessuale nelle scuole (già dalle classi elementari) che possano sollevare i genitori dalla specificità di determinate tematiche, che sono retaggio di professionisti del settore medico, psicosessuologico ed educativo che sanno conferire informazioni corrette e proporzionate all’età dei bambini e ragazzi che ne usufruiscono.
(per tutti i genitori che vogliono approfondire questo importante argomento suggeriamo le letture dei testi di Alberto Pellai)
Dott.ssa Sara Longari
Bibliografia:
Consolo I., Slides “Adolescenza e sessualità”.2016 Primo anno di corso di Psicosessuologia presso l’IISS, Roma
Dèttore D., Psicologia e psicopatologia del comportamento sessuale. McGraw-Hill. Milano 2001
Pellai A., Tutto troppo presto. L’educazione sessuale dei nostri figli nell’era di internet. DeAgostini. Milano, 2015
Ti è piaciuto questo articolo? CONDIVIDILO!
Facci sapere cosa ne pensi lasciandoci un commento o scrivendoci, il tuo contributo arricchisce i contenuti, grazie!